Un decreto arrivato con un ritardo di 5 mesi, che lascia delusi i lavoratori riducendo la platea dei beneficiari, penalizza la produttività, non porta sviluppo e crea incertezza operativa. Un decreto che, con le limitazioni che introduce, farà perdere i benefici fiscali ad oltre 2 milioni di lavoratori che saranno costretti a pagare mediamente 1.400 euro per Irpef e addizionali varie applicate in modo ordinario. Sono questi gli effetti delle nuove indicazioni in materia di detassazione, contenute nel DPCM, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 maggio e che sblocca per il 2012 la detassazione, definendo il limite massimo assoggettabile a imposta sostitutiva del 10% e il limite massimo di reddito
annuo da lavoro dipendente oltre il quale non è possibile usufruire del beneficio. “ Un provvedimento molto atteso da imprenditori e lavoratori ma che , con queste limitazioni, delude le aspettative. Un’occasione persa per cominciare a dare sviluppo al Paese”, commenta Rosario De Luca, presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che ne ha quantificato l’impatto negativo .
Dopo cinque mesi di attesa, oggi arriva il forte taglio.
Dal nuovo DPCM, nonostante il finanziamento di 830 milioni, arriva un taglio molto consistente al limite massimo detassabile che passa da 6.000 euro degli anni precedenti a 2.500. Anche il limite massimo di reddito annuo (2011), oltre il quale il lavoratore non potrà accedere, subisce una drastica riduzione: da 40.000 a 30.000 euro. Questo significa che si riduce la platea degli aventi diritto: i dipendenti del settore privato.
E il cospicuo taglio arriva proprio in questo momento in cui sono necessari provvedimenti per lo sviluppo. Imporre questi nuovi ristretti limiti rappresenta, secondo i Consulenti del lavoro, un’occasione persa, perché il decreto non fornisce di certo una spinta ai consumi, non incentiva la tanto auspicata crescita e, non da ultimo, fa venire meno l’interesse dei datori verso la contrattazione decentrata.
5 mesi senza poter detassare ha già creato una inevitabile contrazione dei consumi.
L’assenza dell’emanazione del decreto contenente i limiti di applicazione dell’imposta sostitutiva, infatti, ha portato non pochi problemi a datori e lavoratori. Una situazione di stallo, durante la quale i datori sono stati costretti a sospenderne l’applicazione, nonostante avessero già firmato gli accordi come richiesto dalla norma e già predisposto budget contando sulla riduzione fiscale. Ma sono i lavoratori i veri svantaggiati: le somme potenzialmente detassabili (ad esempi sulle ore straordinarie) sono state tassate con le ordinarie aliquote anziché al 10% diminuendo il netto in busta paga.
La detassazione dal 2011 con più vincoli
Ricordiamo che negli anni precedenti (dal luglio 2008 a tutto il 2010) gli incrementi di produttività potevano essere creati e gestiti direttamente dal datore di lavoro, anche senza la formalizzazione di accordi collettivi nazionali, in modo snello, con un semplice accordo siglato con il dipendente. Nel 2011, invece, sono arrivati i primi vincoli: le somme
premiali dovevano derivare da accordi collettivi aziendali o territoriali.
Per il 2012 come si deve procedere
La proroga del regime fiscale agevolato per il 2012 è arrivata dal dl 98/11 conv in legge n. 111/11. Per il secondo anno consecutivo il legislatore ha limitato l’utilizzo della detassazione introducendo il vincolo delle sottoscrizioni degli accordi alle associazioni dei datori e dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello nazionale. I
datori di lavoro sono pronti ed hanno già siglato gli accordi necessari per partire. Ora si può iniziare con l’applicazione concreta ed effettuare i conguagli a fine anno o a fine rapporto di lavoro per le somme corrisposte fino ad oggi e tassate ordinariamente. Se il datore ha già provveduto a tassare al 10% le somme corrisposte, ma il lavoratore ha
superato i nuovi limiti del DPCM, dovrà attivare il ravvedimento operoso per versare la differenza di Irpef dovuta. E’ auspicabile, visto il ritardo del provvedimento, un intervento che preveda la possibilità di versare senza sanzioni. A breve la Fondazione studi emanerà una circolare sul tema.
Dopo anni di applicazione a singhiozzo, con interpretazioni retroattive e modificazioni in corso d’opera, sarebbe forse il caso di metterla a regime definitivamente, magari legandola semplicemente all’incremento annuale dei limiti, all’indice Istat o all’Ipca.
LA NUOVA DETASSAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO 2012
COSA CAMBIA
I nuovi limiti
Importo massimo detassabile scende da 6.000 a 2.500
Soglia reddituale di accesso scende da 40mila a 30mila
GLI EFFETTI
Lavoratori oltre soglia reddituale (ma entro 40mila euro) : 2 milioni
Imposta media annuale pagata per mancato rientro nei limiti: 1400 euro
(fonte. Fondazione Studi Consulenti del lavoro)