Il sondaggio della Fondazione è stato svolto su un panel strutturato di Consulenti del lavoro operanti in tutte le provincie italiane. Quali le evidenze?
1) Sito web complesso
La politica di informatizzazione dell’INPS non trova riscontra in un sito web che risulta complesso per la metà degli intervistati i quali ottengono risposte lente o comunque non esaustive.
2) Difficile l’uso della PEC
Le sedi provinciali per l’89% non incentivano l’uso della Pec
3) Accesso alle sedi difficoltoso
La completa informatizzazione dell’INPS, la conseguente chiusura dei canali telefonici e il persistere di problematiche da discutere di persona, rende ormai complicata la gestione delle pratiche e per il 71% dei casi l’accesso alle sedi risulta difficoltoso. Nelle sedi provinciali nel 64% dei casi gli sportelli sono aperti anche nel pomeriggio, ma quasi sempre (78%) solo per appuntamento.
4) Impossibile l’uso del cassetto previdenziale e dell’agenda telematica
Accesso alle sedi estremamente difficoltoso (impossibile o difficile per il 94% degli intervistati), con tempi di attesa inferiori a 30 minuti solo nel 19% dei casi e contatti telefonici impossibili rendono l’uso del cassetto previdenziale e dell’agenda telematica, nella maggior parte dei casi rispettata, gli strumenti utilizzati nella gestione delle pratiche.
5) DURC a ridosso della scadenza del termine
L’istituto utilizza tutto il tempo a disposizione concessogli dalla norma per il rilascio del Durc, operazione che, infatti, avviene sempre a ridosso della scadenza del termine e spesso l’iter risulta bloccato per pratiche non definite o non acquisite dal sistema o per note di rettifica. Oltre la metà degli intervistati lamenta, infatti, di dover tornare sulle pratiche ritenute già chiuse. Con le difficoltà operative, gestionali ed economiche che provoca il ritardo dell’emissione del Durc.
6) Gestione separata in sofferenza
Equamente suddivise inoltre le difficoltà di gestione dei rapporti nei vari settori (datori di lavoro, lavoro autonomo e prestazioni di integrazione salariale), mentre la gestione separata è quella che soffre maggiormente. Risultano residuali quelle relative alla disoccupazione, ma questo si verifica solo perché non si tratta di attività gestita in prevalenza dai Consulenti del lavoro. Comunque in linea generale il funzionamento dei processi in tutti i settori viene valutato scarso o appena sufficiente.
7) Richieste per contributi prescritti
A completamento di una non rosea situazione si aggiunge un terzo dei Consulenti del lavoro che dichiara di ricevere richieste per contributi prescritti che solo nel 10% dei casi riesce a far annullare prima che le somme vengano iscritte a ruolo.
FONTE: www.consulentidellavoro.it