Ecco in nove punti la legge di stabilità del governo.
1 – LAVORATORI: Un aumento di 180 euro netti l’anno, a spanne 14 euro al mese. Sarebbe questo l’aumento massimo in busta paga garantito dal taglio del cuneo fiscale in arrivo con la legge di Stabilità. L’impatto—secondo le simulazioni di Enzo De Fusco, Fondazione studi consulenti del lavoro—sarebbe più consistente nella fascia di reddito tra i 15 mila e i 20 mila euro lordi l’anno. Al di sotto dei 9 mila euro l’anno il vantaggio sarebbe di appena 4,5 euro l’anno. E scenderebbe sotto i 100 euro l’anno una volta superato un livello di reddito di 37 mila euro.
2 – TASSE, LE IMPRESE: Dal lato delle imprese il taglio del cuneo fiscale prevede la defiscalizzazione fino a 15 mila euro dall’Irap per i nuovi assunti fino ad un massimo di tre anni ed a patto che le assunzioni siano aggiuntive rispetto alla media dell’organico. Dal 2014 ci sarà poi la restituzione completa e non più limitata a 6 mesi del contributo addizionale Aspi in caso di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato. In tutto, nei prossimi tre anni, gli sgravi per le aziende ammonteranno a 5,6 miliardi di euro.
3 – PUBBLICO IMPIEGO: Contratti bloccati per tutto il 2014, con la cancellazione dell’indennità di vacanza contrattuale per il 2013- 2014. Proroga del blocco del turnover fino al 2018, anche se con percentuali che si ammorbidiranno gradualmente. Un’altra stretta sulle regole per gli straordinari anche se non ci dovrebbe essere il taglio del 10%. Viene dal settore del pubblico impiego buona parte dei risparmi sulla spesa pubblica che arrivano con la legge di Stabilità. Le liquidazioni oltre i 50 mila euro verranno pagate non in un’unica soluzione dopo sei mesi ma in due tranche dopo 12 mesi.
4 – LE DISMISSIONI: Entro il 2016 lo Stato conta di incassare 1,5 miliardi di euro dalla vendita di immobili pubblici. La prima tranche da 500 milioni dovrà arrivare entro la fine del 2014. In realtà già quest’anno lo Stato incasserà altri 500 milioni da una cinquantina di immobili, come previsto dal decreto salva deficit approvato la settimana scorsa. Saranno girati alla Cassa depositi e prestiti, società a controllo pubblico che può impiegare i risparmi postali degli italiani ed è fuori dal perimetro della Pubblica amministrazione. La vendita vera e propria, con il mercato fermo, non sembra operazione facile.
5 – IMPOSTA DI BOLLO: Sale l’imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche alla clientela relative ai prodotti finanziari. Nel 2014 sarà pari al 2 per mille contro l’1,5 per mille attualmente in vigore. L’imposta non è dovuta solo per le comunicazioni ricevute o emesse dai fondi pensione e dai fondi sanitari. Con questa mossa il governo conta di recuperare risorse per 900 milioni di euro. È stata cancellato, invece, l’aumento dell’aliquota per la tassazione delle rendite finanziarie, che nella bozza entrata in Consiglio dei ministri saliva dal 20 al 22%.
6 – ACE E PARTECIPAZIONI: Oltre alla deduzione Irap per i nuovi assunti e al taglio dei premi Inail, con la legge di Stabilità arrivano altre misure a sostegno delle imprese. Intanto l’Ace, il sistema che premia la loro capitalizzazione, verrà rafforzato, portando l’aliquota dal 3% attuale al 4% nel 2014, poi al 4,5% nel 2015 e al 4,75% nel 2016. Dal 2014 scatta anche la possibilità di una nuova rivalutazione dei beni di impresa e delle partecipazioni. L’ultima operazione analoga non è di molto tempo fa, e dunque non si attende un gran ricorso al nuovo meccanismo. In ogni caso il Tesoro stima un maggior gettito fiscale di 500 milioni nel 2014.
7 – I REDDITI: Alla fine non è passato il contributo di solidarietà a carico dei soli pensionati, neppure nella versione riveduta e corretta rispetto a quella bocciata dalla Corte costituzionale. Viene invece prorogato per tre anni il contributo del 3% per la parte eccedente i 300 mila euro lordi l’anno su tutti i redditi, sia da pensione sia da lavoro. Confermata, infine, la stretta sulle indicizzazioni delle pensioni: niente rivalutazione automatica degli assegni sopra i 3 mila euro lordi al mese, aumenti ridotti per le fasce più basse rispetto a quanto previsto finora.
8 – SPENDING REVIEW: Due miliardi e duecento milioni in due anni. Possibilmente molti di più. Carlo Cottarelli, il nuovo commissario per la revisione della spesa pubblica, è atteso da un compito che definire arduo è poco. Da lui il governo attende misure concrete che portino ad un risparmio effettivo di un miliardo di euro l’anno prossimo e 1,2 miliardi nel 2015. Ma non è tutto. Dipenderà anche dalla capacità di Cottarelli di individuare tagli aggiuntivi rispetto a questi, la possibilità di evitare, o quanto meno di attenuare, la sforbiciata sulle detrazioni e le deduzioni fiscali. Sono 20 miliardi in tre anni che possono ridursi solo con tagli di spesa superiori a quelli attesi.
9 – BANCHE E SVALUTAZIONI: Serve alle banche e può essere utile anche all’economia. Con la legge di Stabilità 2014 torna la deducibilità in cinque anni, ora sono diciotto, delle perdite registrate dalle banche sui crediti divenuti inesigibili. Secondo il ministro Saccomanni questo aprirà dei nuovi margini alle banche per concedere maggior credito all’economia. Intanto con la revisione del meccanismo della deducibilità il Tesoro punta ad incassare anche parecchie più tasse. Secondo il documento del governo, solo nel 2014, dovrebbero arrivare 2,2 miliardi di euro.
[download id=”140″]