17 aprile 2012. Il governo ha varato un decreto legislativo che vieta l’avvio di future attività a chi è stato condannato per avere assunto manodopera straniera illegale (anche in presenza di sentenza non definitiva). Previsti rilasci temporanei di permessi di soggiorno a favore delle vittime di illecito che sporgono denuncia
ROMA – Giro di vite contro i datori di lavoro che fanno ricorso a lavoratori stranieri clandestini. Secondo quanto stabilito da un decreto legislativo varato ieri dal governo chi è stato condannato per avere sfruttato o assunto personale straniero privo del permesso di soggiorno (o con permesso scaduto) non potrà ottenere il nulla osta per avviare successive attività imprenditoriali.
Recepita una direttiva comunitaria del 2009. La sanzione scatterà anche in presenza di una sentenza non definitiva e non si limita a perseguire il fenomeno del sommerso, ma punisce anche quanti sono stati ritenuti colpevoli dei reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o alla sfruttamento della prostituzione, di minori da impiegare in attività illecita e di intermediazione illecita. Il decreto – che recepisce una direttiva comunitaria del 2009 in materia e va a integrare le previsioni del “Testo unico dell’immigrazione” del 1998 – è stato approvato in via preliminare e sarà inviato al parere delle Commissioni parlamentari.
Incentivi a chi denunicia gli illeciti. L’esecutivo ha anche disposto una serie di incentivi finalizzati all’emersione degli illeciti. La norma, infatti, prevede – per le sole ipotesi di particolare sfruttamento lavorativo – che lo straniero che presenta denuncia o coopera nel procedimento penale possa ottenere, a talune condizioni, il rilascio di un permesso di soggiorno di durata temporanea (correlata alla durata del procedimento penale). Ancora, il provvedimento dispone un sistema di sanzioni pecuniarie che vanno a colpire anche le persone giuridiche che si siano avvantaggiate ricorrendo all’impiego di cittadini stranieri il cui soggiorno è irregolare.
Programmazione annuale dell’attività di vigilanza. Il decreto stabilisce, infine, una programmazione annuale dell’attività di vigilanza sui luoghi di lavoro e la comunicazione annuale da parte del ministero del Lavoro e delle politiche sociali alla Commissione europea del numero totale di ispezioni effettuate l’anno precedente e dei loro risultati.