Il governo ha approvato il decreto di riforma dell’indicatore della situazione economica. “Consentirà l’accesso ai servizi alle persone che effettivamente hanno bisogno” dice il premier Letta, ma anche a scoprire i tanti ‘finti poveri’. Scopriamo come funziona.
Abbiamo “completato e firmato il percorso per il nuovo Isee”. E’ direttamente il premier Enrico Letta ad annunciare il via libera allo strumento che punterà a sconfiggere i “finti poveri”. L’indicatore della situazione economica ”consentirà l’accesso ai servizi alle persone che effettivamente hanno bisogno dove c’è una situazione certificata che corrisponde ad una situazione reale” ha precisato il premier. Sulla stessa scia il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Il riccometro servirà a “restringere il campo dell’evasione” e a evitare “ruberie” dice. “La cronaca, ancora in questi giorni, è purtroppo testimone di truffe e veri e propri scempi sociali – si legge in una nota – come certificato dalla Guardia di Finanza che ha registrato nel corso di un controllo su alcune università oltre il 60% di certificazioni false”.
Cambia l’Isee – E’ il Sole 24 Ore a delineare i contenuti del Nuovo Isee. Innanzitutto si stabilisce che tutti i redditi percepiti dai componenti del nucleo famigliare contribuiscono a determinare la situazione economica. La riforma prevede che nel calcolo della capacità reddituale di ogni famiglia pesino soprattutto casa e patrimonio. Inoltre con il nuovo indicatone i dati fiscali più importanti saranno inseriti direttamente dalla pubblica amministrazione. Diminuiranno le autocertificazioni, spesso utilizzate dai più furbi per avvantaggiarsi. E ancora, vengono introdotti degli abbattimenti per redditi di lavoro e di pensione, viene sottratto l’importo degli assegni di mantenimento, dedotto una quota del canone di locazione, prevista una franchigia per i nuclei con disabili e l’abbattimento delle spese per collabora. Le nuove regole saranno in vigore a partire dal 1 gennaio 2014.
Oggi, sul quotidiano economico Giovanni Parente elenca in 10 punti le prestazioni nazionali erogate sulla base dell’Isee:
1- Assegni per nuclei familiari – Gli assegni per nuclei familiari con almeno tre figli minori e l’assegno di maternità per le madri prive di garanzia assicurativa.
2- Agevolazioni su elettricità e telefono – Il cosiddetto “bonus elettrico” (la tariffa sociale per il servizio di distribuzione e vendita dell’energia elettrica) e quello per il canone telefonico, scattano solo in presenza di un Isee molto basso
3- Borse di studio e libri di testo gratuiti – Le famiglie più bisognose potranno accedere ai servizi di welfare, come ad esempio gli aiuti all’istruzione: borse di studio, sostegno agli studenti universitari ma anche fornitura gratuita o semi-gratuita dei libri di testo, sono tutte prestazioni che oggi richiedono i requisiti Isee.
4 – Asili nido e servizi all’infanzia – L’impiego più diffuso dell’Isee avviene, però, soprattutto a livello locale. Le tariffe di asili nido e servizi all’infanzia sono, infatti, parametrate ai livelli Isee del nucleo familiare di riferimento del richiedente.
5- Mense scolastiche – L’esenzione dal pagamento dei ticket mensa è un altro dei servizi ai quali si può accedere. E’ anche una delle agevolazioni che negli ultimi anni ha visto scattare i controlli della Guardia di finanza per i casi di ‘finti poveri’ che presentavano false dichiarazioni Isee ai Comuni delle proprie provincie e Asl per ottenere prestazioni sociali agevolate.
6- Scuola Bus– Sono diverse le amministrazione comunali che compartecipano alla spesa degli utenti per il servizio di trasporto scolastico per la scuola dell’obbligo sulla base di tariffe suddivise in base al reddito Isee.
7 – Agevolazioni per tram, metro e autobus – L’Isee spesso è richiesto, anche se non c’è un espresso obbligo a riguardo, da chi gestisce i servizi di trasporto a livello locale per praticare agevolazioni tariffarie, soprattutto per quanto riguarda gli abbonamenti mensili, trimestrali o annuali a tram, autobus e metro.
8 – Ticket sanitari – Il ticket sanitario aggiuntivo, sia sui farmaci che sulle visite specialistiche è modulato all’indicatore della situazione economica equivalente), in particolare per le prestazioni specialistiche
9 – Sconti su tributi locali – I Comuni possono esentare i contribuenti per alcuni tributi locali. Il Sole 24 ore ricorda che uno dei casi più recenti sono i regolamenti Tares, in cui già alcune amministrazioni avevano parametrato gli importi (più pesanti complessivamente rispetto alla ‘vecchia’ Tarsu) da pagare per la tassa rifiuti alla situazione economica della famiglia. Poi l’articolo 5 Dl 102/2013, in seguito alla conversione parlamentare, ha espressamente previsto che i Comuni possano prevedere esenzioni e agevolazioni “che tengano conto altresì della capacità contributiva della famiglia, anche attraverso l’applicazionedell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee)”.
10 – Esclusi assegni e pensioni sociali – Il quotidiano economico sottolinea pure come per alcune voci il contributo dello Stato sia è espressamente escluso dalla legge. E’ il caso dell’assegno e della pensione sociale, delle maggiorazioni sociali, delle pensioni di invalidità civile e dell’integrazione al minimo pensionistico. Qui l’Isee non è dovuto
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